Champions: papere Karius, ‘colpa trauma cranico’

Non clamorosa goffaggine bensì di un trauma cranico: all’origine delle due gigantesche papere compiute da Loris Karius, costate la finale di Champions al Liverpool, ci sarebbe un misterioso infortunio. Dopo giorni di processi mediatici e ironie social, dagli Stati Uniti arriva una inattesa giustificazione, con tanto di certificato medico, alla sconcertante prestazione del portiere tedesco a Kiev. Karius ha giocato infortunato, in condizioni estreme, dopo aver subito – ad inizio secondo tempo – un’involontaria gomitata in testa da parte di Sergio Ramos. Una tesi che però viene messa in dubbio dal neurochirurgo italiano Franco Benech, consulente medico della Juventus, secondo il quale “è impossibile” che un giocatore con commozione cerebrale possa restare in campo. Secondo i sanitari del Massachusetts General Hospital, un impatto violento “ha causato palesi disfunzioni visive e di orientamento durante la partita”. Lì per lì il n.1 aveva minimizzato, rassicurando il medico del Liverpool di poter continuare. Una scelta coraggiosa ma rivelatasi avventata.

Perché l’infortunio sarebbe la spiegazione ai due errori dell’estremo difensore dei Reds, sfortunato protagonista della sconfitta contro il Real Madrid: prima lo sciagurato assist a Benzema, quindi l’incertezza nella conclusione di Bale. Dopo la finale, Karius era volato in vacanza negli Usa ma non sentendosi bene – su suggerimento del club – si era sottoposto ad accertamenti presso la struttura ospedaliera. E la Tac – effettuata lo scorso 30 maggio, 4 giorni dopo la finale – ha evidenziato il trauma cranico. Come confermato dal referto medico redatto dai dottori Ross Zafonte e Leonor Herget, “Karius ha subito un trauma cranico durante la partita. Al momento della valutazione, il paziente presenta ancora sintomi residuali che hanno causato disfunzioni visive e di orientamento, incidendo sulla sua efficienza e sulla sua prestazione in campo”. Una spiegazione medico-scientifica a due tra i più inspiegabile e giganteschi errori mai compiuti in una partita così importante, ma non mancano i dubbi, come rileva il prof. Benech. “Per certificare una commozione cerebrale – spiega all’Ansa – deve esserci stata anche una perdita anche piccola di coscienza. E poi, escludo che dei medici abbiamo lasciato in campo un atleta in tali condizioni. Non è concepibile – afferma ancora Benech -. L’evento concussivo causa uno stiramento delle fibre e una conseguente perdita di coscienza. Capitò anche alla Juve, con Nedved in una partita contro il Real: lasciò subito il campo”.

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